• Help line passeggeri incidente ai traghetti Moby Otta – Tirrenia Sharden – Tirrenia Janas: cosa fare

    Posted on novembre 6, 2017 by in Costa Concordia, Iniziative legali, News legali, Risarcimento danni
    C’è del marcio in Danimarca…o per meglio dire nel Mediterraneo???
    Viene proprio da chiedersi se il Grande Bardo avesse previsto in anticipo le sorti della navigazione commerciale nelle acque del Mediterraneo perché il principe di Elsinore che già declamava la sua paura riguardo alle trame oscure che lo lambivano sembra in qualche maniera prefigurare quello che sta succedendo da ormai troppi anni a questa parte nel bacino del mare nostrum.
     
    Noi ci occupiamo da ormai da anni di disastri marittimi – a partire dal naufragio della nave da crociera Costa Concordia avvenuto il 13 gennaio 2012 all’isola del Giglio in cui persero la vita 32 persone (https://giustiziaperlaconcordia.wordpress.com), il naufragio in manovra nel porto di Genova del porta container Jolly Nero ed il conseguente crollo della torre piloti del 7 maggio 2013 in cui persero la vita nove persone (https://giustiziaperjollynero.wordpress.com), l’incendio e il naufragio del traghetto Norman Atlantic in navigazione tra Patrasso ed Ancona la notte del 28 dicembre 2014 in cui persero la vita nove persone e si registrarono venti dispersi (https://giustiziapernormanatlantic.wordpress.com) – e tutti i disastri sono risultati essere connotati da una parte dall’incuria degli addetti ai lavori e dall’altra e maggiormente dalla colpevole politica economica delle compagnie di navigazione tesa al risparmio sulla sicurezza a costo purtroppo talvolta anche della vita delle persone (passeggeri e lavoratori).
    A questo riguardo abbiamo cominciato da allora un’aspra battaglia giudiziaria per il riconoscimento a favore delle vittime dei naufragi dei c.d danni punitivi che sono riconosciuti nell’ordinamento giudiziario statunitense con funzione di deterrenza per fare sì che le imprese – nel nostro caso le compagnie di navigazione – si adeguino alle normative di sicurezza per evitare di poter essere pesantemente sanzionati economicamente ove colpevolmente preferiscano cercare invece di risparmiare sulla pelle delle persone.
     
    Peraltro è anche grazie al nostro lavoro che finalmente anche in Italia, come ha statuito la sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione n. 16601 del luglio 2017, sono stati ritenuti concedibili i danni punitivi e con grandissima nostra soddisfazione abbiamo potuto verificare che l’ordinanza di rimessione della questione della riconoscibilità dei danni punitivi alle Sezioni Unite era basata esattamente sugli argomenti che avevamo speso in una nostra memoria difensiva depositata alla Corte di Appello di Firenze nel corso del processo per il naufragio della Concordia.
    Ora ci aspettiamo di vedere presto punite in maniera esemplare economicamente le compagnie di navigazione che colpevolmente basino le loro politiche commerciali sul risparmio a discapito della sicurezza.
    Ecco allora che nonostante tutto quello che abbiamo visto succedere in questi anni e la sensibilità al problema dei trasporti marittimi che ritenevamo si fosse ormai sviluppata nel nostro Paese si rimane stupiti nel dover constatare invece che ultimamente e nell’arco di solamente una decina di giorni si siano registrati nelle acque italiane ben tre gravissimi incidenti che hanno messo a rischio la vita di centinaia di persone:
    –     quello del traghetto Moby Otta che nella traversata da Porto Torres a Genova ha perduto uno dei portelloni d’imbarco e ha navigato fino a destinazione col rischio di affondare (http://genova.repubblica.it/cronaca/2017/11/02/news/nave_moby_otta_indagato_il_comandante-180009504/?refresh_ce);
    –     quello dell’altro traghetto Tirrenia Sharden in navigazione da Genova a Porto Torres in cui si è sviluppato un incendio nella stiva per un camion frigorifero allacciato alla rete di bordo o, così è stato ipotizzato, per un guasto meccanico del compressore elettro-frigo dello stesso mezzo (http://www.themeditelegraph.com/it/shipping/shipowners/2017/11/03/camion-frigo-prende-fuoco-bordo-paura-traghetto-tirrenia-RxdefQHwqPlq93o7nJiFDP/index.html);
    – quello del traghetto Tirrenia Janas che in partenza da Livorno per Olbia ha urtato nel porto un cargo e ha dovuto tornare immediatamente al molo di partenza (http://www.lastampa.it/2017/11/04/italia/cronache/traghetto-tirrenia-diretto-a-olbia-urta-cargo-in-porto-passeggeri-fermi-a-livorno-2MuULU2cIFpvIBL8wjET5L/pagina.html).
    Questi tre incidenti ci hanno veramente colpito perché sono nella sostanza esattamente uguali a quelli del Concordia, del Norman Atlantic e del Jolly Nero salvo, e solo per caso e fortunatamente da quelli divergono quanto alle conseguenze.
    Nel caso del Moby Otta, infatti, il comandante come nel naufragio Concordia risulterebbe non aver informato le Autorità Marittime ma solo la propria compagnia di navigazione che gli ha ordinato di navigare col portellone aperto fino a Genova invece di chiedere di essere trainato a destinazione come la sicurezza della navigazione impone e ciò per risparmiare il costo dei rimorchiatori.
    Nel caso del Tirrenia Sharden si ripercorrono le modalità dell’incendio a bordo del Norman Atlantic in cui un camion frigorifero allacciato alla rete elettrica del traghetto si incendiò per il sovraccarico di corrente dovuto ai troppi mezzi frigo caricati a bordo, in quella occasione addirittura con motori a scoppio accesi durante la navigazione.
    Infine, l’urto dello Janas contro un cargo durante la manovra di partenza dal porto di Livorno ricorda la tragedia del crollo della Torre Piloti urtata dal Jolly Nero in partenza dal porto di Genova divenuto ingovernabile per lo spegnimento del motore (spegnimento che era già avvenuto altre volte).
    Il denominatore comune di tutti questi incidenti è la politica di risparmio delle compagnie di navigazione perché è pacifico che anche in questi tre nuovi casi – le cui conseguenze avrebbero potuto essere altrettanto drammatiche di quelle dei naufragi di Concordia, Jolly Nero e Norman Atlantic (che, va ricordato, insieme hanno causato la morte di ben cinquanta persone ed in cui ne risultano disperse altre venti) – la causa principale degli incidenti e dunque del pericolo di vita a cui sono stati sottoposti i passeggeri e gli addetti alla navigazione dei traghetti è una volta ancora quella di cercare di risparmiare su ogni viaggio sulla pelle delle persone imbarcate e di quelle imbarcate sulle navi intorno o nei pressi delle navi stesse.
     
    Vogliamo una volta per tutte cercare di spezzare il circolo vizioso del risparmio a tutti i costi a scapito della sicurezza e con l’arma giudiziaria tesa ad ottenere il risarcimento dei danni subiti e il riconoscimento dei danni punitivi possiamo insieme riuscire a finalmente far sì che le compagnie di navigazione una volta sanzionate economicamente comincino ad imporre veramente e non solo formalmente il rispetto delle regole di sicurezza ai loro addetti.
    Dunque, chi sia stato a bordo in questi giorni del Moby Otta – nel cui procedimento comunque siamo già presenti assistendo l’ANMIL Onlus – dello Sharden o dello Janas durante gli incidenti ed abbia visto o inteso qualcosa riguardo a quanto avvenuto a bordo o abbia subito danni anche solamente per lo spavento percepito non esiti a mettersi in contatto con noi per concertare il possibile contributo da darsi alle indagini penali sugli eventi occorsi ed il tipo di intervento che si voglia eventualmente attuare nei futuri processi che verranno istruiti per individuare le responsabilità per i reati che verranno individuati primo fra tutto quello di pericolo di naufragio.
     
    Avv. Cesare G. BULGHERONI

    E’ evidente che la serie di incendi e di sinistri marittimi di questi ultimi mesi a bordo dei traghetti è anche legata alla attuale crisi economica che probabilmente porta alla scarsa manutenzione delle navi e ad una politica del risparmi per le compagnie di navigazione, a tutto discapito della sicurezza dei passeggeri.

    Ogni singolo passeggero e marittimo che si trovava a bordo del traghetto incendiato ha diritto ad un risarcimento del danno, non solo per la perdita del viaggio ma sopratutto per la esperienza vissuta a bordo.

    CHI SIAMO: siamo un gruppo di avvocati, esperti in Ship & mass disaster, come pool “Giustizia per la Concordia” siamo stati leader tra le parti civili nel processo per il naufragio della Costa Concordia, che ancora ci vede impegnati in difesa di un gruppo di circa cento passeggeri nelle udienze del processo penale contro Francesco Schettino, e siamo costituiti come parti civili, come pool “”Giustizia per Norman Atlantic” rappresentiamo circa cinquanta passeggeri e familiari di tre dispersi nella tragedia dell’incendio a bordo del traghetto Norman Atlantic della compagnia Anek Lines avvenuto il 28.12.2014, “Giustizia per Jolly Nero” nel disastro nel porto di Genova tra la Jolly Nero ed il conseguente crollo della torre piloti del 7 maggio 2013 in cui persero la vita nove persone, siamo attivi anche nel caso dell’incendio a bordo del traghetto “Sorrento” della compagnia Transmediterranea avvenuto il 28.04.2015 a largo di Palma de Mallorca, e siamo protagonisti di primo piano in molte altre iniziative processuali a tutela delle vittime di mass disaster e danni seriali nei grandi trasporti, come il disastro dei treni Andria-Corato.

    avvocati gabrielli - bulgheroni - guariniCOSA VA FATTO: sul fronte civilistico occorre attivare subito le procedure di richiesta del risarcimento danni per tutti i passeggeri del traghetto, come avvenuto per alcuni passeggeri che già assistiamo – inviando una lettera di richiesta di risarcimento del danno alla compagnia marittima armatrice ed al vettore contrattuale per ciascuno dei soggetti a bordo, mentre per il profilo penale suggeriamo di presentare immediatamente una denuncia-querela alla Procura della Repubblica di Genova o di competenza, con richiesta di accertare le eventuali responsabilità per la mancata manutenzione e adozione delle procedure e normative di sicurezza e prevenzione antincendio a bordo, ed applicare le misure interdittive ex D.Lgsl. 231/2001, a garanzia del risarcimento danno ed i futuri indennizzi in favore delle vittime del naufragio, nel caso in cui le compagnie assicurative, per qualsiasi motivo, si rifiutino di pagare. Avendo esperienza specifica nel settore dei disastri marittimi, siamo in grado di individuare le violazioni alle norme di sicurezza e la mancata applicazione delle procedure di emergenza, che comportano gravi responsabilità per le compagnie di navigazione. Nel caso emergano a seguito delle indagini da parte delle autorità della capitaneria di porto e della magistratura, anche malfunzionamenti o presumibili violazioni delle normative di sicurezza o impreparazione alla emergenza da parte dell’equipaggio, questo innalzerebbe la responsabilità della compagnia di navigazione, ed il livello dei risarcimenti attraverso la pretesa di un “danno punitivo” sul modello americano, che oltre alla componente tipica del risarcimento del danno “compensativo”, assume una funzione di prevenzione su violazioni future per tutti soggetti analoghi (armatori o vettori). Nel caso della Costa Concordia e Norman Atlantic sono stati richiesti i danni punitivi, elevando le richieste di risarcimenti nel processo penale ad oltre i 500mila euro per passeggero.

    Va chiarito che anche se non vi sono state conseguenze dirette a Vs. carico, la sola presenza a bordo e l’esposizione ad un grave rischio in qualità di passeggeri VI LEGITTIMA ALLA AZIONE RISARCITORIA per la esistenza di reati plurioffensivi e di pericolo.

    COSA VI OCCORRE: poiché la lista passeggeri di partenza è incompleta, è opportuno  dimostrare che eravate presenti a bordo del traghetto andato a fuoco: anche senza il tagliando-biglietto, è sufficiente che risulti la presenza a bordo anche in base a qualche attestato di sbarco ed alla identificazione disposta dalle autorità portuali di Palermo; conservate con cura l’elenco delle cose che sono andate perdute nell’incidente, le spese extra che avete sostenuto e tutte le ricevute di spesa e i certificati medici, annotate gli spostamenti e le spese che avete sostenuto per il rientro a casa o per il prolungamento del viaggio e per recarvi a fare le visite mediche; procuratevi appena possibile una certificazione di un medico psicologo-psichiatra relativa allo stato di ansia e stress post traumatico (se presente), preferibilmente di una struttura pubblica. Il termine per proporre la querela penale è di 90 giorni ma è opportuno inviare subito la lettera di richiesta danni e proporre appena possibile le denunce penali per consentirci di includervi nel procedimento e usufruire degli eventuali sequestri.

    COSA VI FORNIAMO: il nostro pool legale vi offre assistenza legale e personale a 360 gradi non solo per ottenere il massimo risarcimento, attraverso il nostro team di avvocati, esperti di diritto marittimo e disastri di massa, ma abbiamo  fornito e stiamo fornendo a sempre più passeggeri informazioni, assistenza per il rientro a casa di gruppi di passeggeri, costringendo la compagnia di navigazione a garantire i rimpatri e versare un fondo per le spese di prima necessità; piuttosto che impostare la nostra azione come class action, sappiamo per esperienza che ogni singola posizione deve essere considerata come un caso a parte ed essere oggetto di una analisi del danno e dello stress subito da ciascun passeggero in base alla sua personale esperienza. Attraverso il ns consulente medico-legale che è il massimo esperto di Post Traumatic Stress Disorder in Italia, già nostro consulente nel processo Costa Concordia e nel processo Norman Atlantic oltre che consulente del Ministero in eventi catastrofici quali Chernobyl, potremo valutare le conseguenze psicologiche in conseguenza alla vostra partecipazione ad una esperienza fortemente traumatica come l’incendio di una nave e la permanenza per ore a bordo, in condizioni psicofisiche difficilissime e di terrore, al fine di relazionare in modo efficace e mirato per essere risarciti nella giusta misura.

    QUANTO VI COSTA: operiamo in modo molto chiaro e nella assoluta trasparenza, non è richiesto alcun versamento e portiamo a termine l’incarico senza anticipazioni e con zero spese a carico dei nostri clienti, l’unica spesa che resta a vostro carico è quella per le certificazioni e relazioni mediche; ovviamente i nostri avvocati non lavorano gratis; il sistema di pagamento previsto è quello del patto di quota lite, ovverosia dell’avvocato a percentuale su quello che riusciremo ad ottenere come risarcimento dei danni in vostro favore. E’ certamente, in questo caso, un accordo e meccanismo virtuoso e vantaggioso per le vittime del naufragio, poiché, senza dover anticipare alcuna spesa o rischiare di dover pagare migliaia di euro in parcelle per le spese legali, i nostri avvocati a percentuale avranno tutto l’interesse ad ottenere in vostro favore il massimo risultato nel minor tempo possibile. L’assistenza del ns. pool legale copre interamente con questo accordo sia la fase stragiudiziale (lettere e intimazioni risarcitorie, trattative, incontri, transazioni etc.) che tutte le azioni penali che stiamo promuovendo ed intendiamo promuovere per conto di tutti i nostri clienti (denunce-querele, richiesta di sequestro etc. etc.)

    PERCHE RIVOLGERVI A NOI: si tratta di un settore del diritto molto complesso e un normale avvocato di famiglia non è in grado di orientarsi da subito con efficacia; oltre al diritto della navigazione, ci sono anche normative internazionali e comunitarie che si applicano: la Convenzione di Atene ed il Reg. CE 392/2009 si applica ai trasporti internazionali via mare. Quindi, anche se per esempio, tutti i contratti in genere  comprendono una clausola contrattuale di giurisdizione, che vincola ogni azione alle corti favorevoli all’armatore, sottoponendola alla legge di questo, la convenzione Atene dispone che il risarcimento per reclami su lesioni personali e morte di solito può essere portato nel paese più favorevole a voi, che in questo caso è certamente l’Italia. Inoltre per i profili penali della vicenda occorre valutare la possibile costituzione di parte civile contro i responsabili del disastro. Un passeggero, concettualmente, potrebbe sporgere denuncia in un foro giudiziario per lui più conveniente, come nel paese dove risiede, ma per questo non ricevere alcun risarcimento in alcuni casi, mentre se il passeggero avesse presentato una denuncia in una posizione forse meno conveniente come in Italia, ci potrebbero essere maggiori riconoscimenti economici. FATE ATTENZIONE, inoltre, perché nella vicenda alcuni grandi studi legali in tutto il mondo stanno già facendo molta pubblicità ingannevole sulla vicenda, sostenendo di aver preso parte attiva al processo Costa Concordia (non è affatto così) passando poi semplicemente i clienti alle associazioni dei consumatori, collegate con avvocati e studi legali italiani, cercando di raccogliere abbastanza persone per far partire la class action, che come avvenne per il naufragio Concordia a Miami è stata rigettata come giurisdizione, tagliando fuori molti passeggeri dalle cause italiane che sono invece arrivate ai risarcimenti (la scelta era legata alla evidente possibilità di chiedere la quota massima di onorari per la class action nel sistema legale americano a percentuale: 40% del denaro che arriva ai loro clienti); così, legandovi a queste associazioni consumatori e i famelici studi internazionali, in una class action molto probabilmente avviata in una giurisdizione errata e certamente meno favorevole per voi, darete i vostri soldi allo studio legale internazionale, alle associazioni dei consumatori ed ai legali italiani. Affidarsi ad associazioni consumatori, uffici legali esteri od Avvocati non esperti del diritto e del territorio, produrrà inevitabilmente un duplicarsi delle spese legali e dei tempi del risarcimento a Vs. discapito.

    COSA FARE, alcuni primi consigli:

    1.  Stilare un elenco dei beni imbarcati (gioielli, attrezzature elettroniche, danaro, vestiti etc.) o gli impegni (vacanza/lavoro) eventualmente andati persi nel sinistro.
    2. Recuperare i documenti di viaggio (voucher email, agenzia di viaggio etc.) e documentare ogni spesa sostenuta per il viaggio e per il rimpatrio.
    3. Per coloro che hanno subito lesioni conservare copia dei certificati medici e delle spese, recarsi comunque dal proprio medico per avere referto su ansie e turbamento psicologico (stress post-traumatico)
    4. Rivolgersi al ns. pool di legali per inviare subito e gratuitamente una prima lettera con richiesta per iscritto del risarcimento danni alla compagnia armatrice (cd. lettera di intervento legale), che interrompe ogni prescrizione (prima possibile per  far decorrere gli interessi legali).
    5. Non sottoscrivere alcuna quietanza di rimborso anche parziale.
    6. Nel caso di lesioni si può proporre querela entro tre mesi dal fatto (consigliabile)

    Tutta la procedura di trasmissione dei documenti e di aggiornamento avverrà prevalentemente ONLINE attraverso il blog, senza necessità di recarsi fisicamente presso il ns. Ufficio, ovvero tramite email e video-collegamenti web, oppure fissando un tradizionale appuntamento telefonico o di persona presso uno dei nostri uffici. Abbiamo in molti casi attivato un BLOG CON TUTTI GLI AGGIORNAMENTI con un forum passeggeri per scambio di informazioni e consulenza sul risarcimento naufragio – incendio Contattateci telefonicamente o per email ora, NESSUN IMPEGNO DI SPESA, prima consulenza gratuita, risposte immediate dei nostri avvocati!

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